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Immagine del redattorePavoni Valentina

Quando rimanere fermi è la nostra unica scelta. NOI ai tempi del CoronaVirus.

Il pensiero più diffuso considera la mente e il corpo due entità scisse.

La verità è che l’espressione massima di un individuo è il prodotto dell’unione del suo corpo e della sua mente.

C’è un motivo chiaro e ed evidente del perché affronto con voi questo.

Si chiama MOMENTO.

Per l’occasione lo chiamerei MOMENTO OBBLIGATO.

Un momento obbligato nel quale tutti noi stiamo imparando a rimanere FERMI.

La verità di questo nuovo nostro corpo è che lui stesso ci chiede di diventare consapevoli dei suoi nuovi momenti, dei suoi nuovi impulsi e si anche delle sue limitazioni.

QUANTI DI VOI IN QUESTO MOMENTO OBBLIGATO si sentono limitati?

Diverse persone, pazienti e non, in questo MOMENTO OBBLIGATO, mi hanno riferito di avvertire tensioni e rigidità, che limitano fortemente le loro azioni e i loro movimenti.

Ora, in questo MOMENTO, l’attenzione per il corpo e la sua salute è esponenziale e fortemente giustificata.

L’emergenza sanitaria del MOMENTO ha portato la nostra attenzione sul nostro corpo ed ad ascoltarlo in continuazione; ogni colpo di tosse nostro o intorno a noi genera un’attenzione e una preoccupazione circoscritta per la nostra salute.

Questo corpo, in questo MOMENTO è al centro dei nostri pensieri.

Ci sottoponiamo ogni giorno ad una minuziosa e scrupolosa analisi di ogni sintomo che possa essere rintracciabile nella check list che il Ministero della Salute ci ha indicato.

Ora come non mai, amiamo e abbiamo cura, ancor di più, di questo corpo.

Ma cosa ci sta succedendo?

Si chiama Paura.

Abbiamo paura di quello che potrà succedere e forse quello che sta succedendo.

La verità è che questo corpo, ancor di più in questo MOMENTO, non può nascondersi dietro a razionalizzazioni e intellettualizzazioni.

“Uno dei principali bisogni consci dell’uomo è quello di sentire che il suo comportamento è coerente e razionale, in quanto ogni comportamento che ci appare irrazionale minaccia il nostro senso di salute e integrità mentale” (White e Gilliland, I meccanismi di Difesa)”.

La paura dell’imprevedibile, genera irrazionalità e incapacità di avere sotto controllo le diverse situazioni.

Il nostro corpo quindi, diventa uno strumento per esprimere la nostra paura, che appare ogni giorno sempre più intensa, in quanto ci sentiamo costantemente bombardati di informazioni differenti, posizioni e comportamenti diversi, che diminuiscono la nostra certezza e incrementano la nostra paura.

Come quindi marginare tale paura?

Questo MOMENTO ci insegna quanto il nostro corpo sia espressione di diversi stati emotivi. L’ascolto (quasi ossessivo) che manifestiamo in tale MOMENTO nei suoi confronti ci riporta a considerare che la nostra limitazione fisica è legata alla percezione che abbiamo della paura.

Ma la paura è un’emozione che ci tutela e ci protegge.

E’ vitale in quanto protettiva e difensiva. Non va tramutata nell’ansia di dover scontrarsi con qualcosa di ostile che ci si può presentare da un momento all’altro.

Impariamo a rimanere fermi, ma in ascolto del nostro corpo come espressione della nostra mente.

Impariamo da questo MOMENTO, e sedimentiamolo dentro di noi.

La cura, l’attenzione verso il nostro corpo è strettamente connessa alla cura che possiamo avere per la nostra mente. Non dimentichiamo che la paura ci protegge, tutelando mente e corpo.

Se cominciamo a vivere la paura come un sentimento di tutela, possiamo anche riuscire a comprendere cosa stiamo provando e come ci sentiamo, senza trasformala in uno stato d’ansia.

E’ un MOMENTO OBBLIGATO ma che sta cambiando le nostre abitudini anche di vivere le relazioni.

L’altro è vissuto come un nemico, colui che è da tenere a dovuta distanza. Ricordiamoci che la nostra natura è quella di essere animali sociali, privarsi della nostra rete sociale in questo momento non è la soluzione.

L’altro, vissuto in questo MOMENTO esclusivamente come corpo, non è solo questo, ma è tutto ciò che per noi dal punto di vista emotivo rappresenta.

Cerchiamo di tenere i contatti, anche se virtuali, con chi amiamo, per non dimenticarci che il nostro corpo si nutre di quello che proviamo.

La paura è il sentimento principale, ma se proviamo a circondarci anche di altre emozioni, continuando a restare in comunicazione con le persone che amiamo, imparando a discriminare le informazioni che ci arrivano dai diversi canali di comunicazione, tenendo vivi i nostri ruoli e reinventandocene altri, possiamo dar voce a questo nuovo modo di vivere la nostra corporeità.


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