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Immagine del redattorePavoni Valentina

Gelosia... fino a che punto?


La gelosia è spesso associata ad un’altra emozione: l’ansia. Si sperimenta il timore e la paura per una perdita sia nel corso di una relazione effettiva, sia in assenza di quest’ultima. Quando ci si immagina in una relazione infatti, i pensieri associati ricadono sull’immagine di un Sé distorto: ci si sente inadeguati, sbagliati e tale idea di Sé amplifica la visione di un destino infausto per ogni relazione: la perdita dell’altr*.

Quando la gelosia è una ricerca estenuante d’amore (forse d’amor proprio) o un tentativo di riempire un vuoto che genera mancanza?

Il fine fra i due quesiti è molto labile. Spesso può accadere che la relazione con l’altr* diventi elemento fondamentale di riconoscimento del proprio Sé. Questo risulta un aspetto determinante nel portare la persona a modificare le proprie credenze e i propri comportamenti basandosi anche su informazioni distorte.




COSA CAPITA NELLA PERSONA AFFETTA DA GELOSIA PATOLOGICA?


La persona con gelosia patologica vive costantemente nell’ansia di essere abbandonata a causa di uno stato di deprivazione affettiva, sviluppa pensieri e dubbi sulla fedeltà del partner arrivando a pensare che quest’ultim* troverà qualcuno di migliore (proprio perché si percepisce inadeguat* e profondamente insicur*). I comportamenti controllanti messi in azione puntano ad evitare il concretizzarsi di tutto questo e con il passare del tempo tale modo di agire, non si estinguerà ma aumenterà, generando una situazione insostenibile e invivibile per la coppia.


CHE SCELTE FARE?


E’ fondamentale in primis riconoscere tali comportamenti avvalendosi dell’aiuto di un professionista, valutare ogni scelta sulla base del proprio benessere personale senza dimenticare che la gelosia patologica rappresenta un campanello d’allarme alla dipendenza affettiva.


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