Spesso ci troviamo a sentir parlare di #depressione, una terminologia utilizzata nel lessico comune e che spesso viene utilizzata anche per indicare momenti o stati d’animo non associabili alle caratteristiche del disturbo psicologico in questione.
Proviamo a dare una chiave di lettura della depressione utilizzando un canale che spesso ci “dimentichiamo di ascoltare”: il nostro #corpo.
Quando percepiamo di avere un problema è fondamentale prestare attenzione al rapporto che c’è tra la problematica manifestata in quel momento e il rapporto che si ha con il proprio corpo.
Quest’ultimo, rappresenta un ottimo indicatore concreto dei nostri conflitti interni.
Con il termine depressione intendiamo: “un #disturbo dell’umore, caratterizzato da un insieme di sintomi, che alterano il funzionamento vitale della persona che ne soffre, compromettendo anche la sua vita sociale”.
La definizione in sé e la nominalizzazione della #patologia ci fanno effettivamente pensare a qualcosa di rigido, di fermo, che persiste nel tempo.
Lowen, importante psicanalista che ha improntato il suo lavoro sull’analisi corporea, ritiene che la depressione, dal punto di vista energetico si manifesti con la diminuzione di tutte le funzioni energetiche. Risultano depressi la respirazione, l’appetito e la pulsione sessuale. In questo stato, è impossibile che il soggetto risponda positivamente all’esortazione ad interessarsi a qualcosa: non ha, letteralmente, l’energia per sviluppare un interesse. La respirazione nello specifico risulta molto ridotta in tale disturbo, comportando una diminuzione della reattività emozionale.
CONSIGLI UTILI
Lowen consiglia nel caso di soggetti depressi di caricare il livello energetico, avvalendosi di una #respirazione più profonda e piena. Essendo il paziente depresso privo dal punto di vista energetico è fondamentale il supporto del terapeuta. Il problema della depressione però rappresenta l’incapacità di mantenere spontaneamente la respirazione. Fondamentale è quindi, aprire le vie dell’autoespressione attraverso il movimento, la voce e gli occhi, questo perché la respirazione ha aperto la gola, caricato il corpo e attivato emozioni represse, con il risultato di far scorrere fuori un senso di tristezza. Quindi, l’avvalersi in parallelo all’analisi corporea di un lavoro psicoterapeutico è necessario per il buon esito dell’intervento psicologico.
Le persone che soffrono temporaneamente di questo disturbo, sanno anche che un continuo lavoro sulla respirazione, può allentare le tensioni a livello somatico (espressione di tensioni psicologiche) portandoli ad un graduale miglioramento dello stato depressivo. Questo perché il soggetto che interagisce e ascolta il proprio corpo non diventa depresso ma accetta le proprie #sensazioni come espressione della propria personalità e non ha difficoltà ad esprimerle.
“Gli uomini pensano di risolvere tutto con la mente invece di "sentire". Ma il sentire non ha a che fare con l’intelligenza o con la forza. Solo lavorando su di sé, sul proprio corpo - grazie al quale l’uomo "sente" – l’uomo può curarsi e aspirare, come è sacrosanto, a una vita sana, libera, felice. Ed essere in grado di amare veramente”.
A.Lowen
Dr.ssa Pavoni Valentina
Psicologa Psicoterapeuta
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