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Immagine del redattorePavoni Valentina

Liber* di essere, liber* di scegliere, al tempo del Revenge Porn



Non credo di avere un momento specifico associato alla comparsa degli smartphone, ma con certezza so che il primo pensiero di tutti noi alla mattina è di accendere il telefono.

Raramente accade di far passare almeno 10 minuti senza avere il proprio cellulare in mano. Dieci minuti è potenzialmente già un primato da Guinness.

In quel telefono c’è il nostro mondo, piccolo grande e intimo. Dipende dal nostro punto di vista.


E come tutti i mondi per sopravvivere, devono essere “alimentati”. Non si parla ovviamente di acqua, cibo o ossigeno, ma di comunicazione con l’altro e attraverso l’altro.

Foto del giorno, foto profilo, commento del giorno, messaggio privato e potrei fare un lungo elenco di mezzi per comunicare in questo mondo dove si riversa il Nostro mondo.


MA COSA SE NE FANNO GLI ALTRI DEL NOSTRO MONDO?

Beh fino a quando va tutto bene, nel senso che la relazione funziona e non ci sono rotture o litigi di percorso, sembra tutto molto facile e forse si ci sente anche autorizzati a sbilanciarsi un po’, non solo raccontando qualcosa in più di sé, ma condividendo immagini personali e intime.


Il termine intimo non è un utilizzato banalmente.

Quell’immagine, quel video racconta all’altro una parte di sé.


“condivido con te questa parte di me”


L’azione della condivisione con l’altro è un vero atto di forza, una trasgressione dei tabù.


Ad oggi, fra gli adolescenti, sembra aumentare in maniera sistematica la condivisione di materiale intimo e privato.


Vi siete chiesti il perché?

Sembra una risposta banale ma ancora ad oggi, manca una radicata tendenza ad educare alla sessualità ed una difficoltà a trattare tali temi in famiglia.

Se ci fosse tale azione pedagogica a monte, tutto ciò gioverebbe non solo sulla vittima ma anche sul carnefice.

In che senso?

Vi spiego meglio.

Il sesso privato del suo tabù e della sua azione trasgressiva e considerato come una dimensione appartenente al REALE, provocherebbe molte meno tragiche conseguenze.

Vi siete mai chiesti cosa potrebbe succedere se un’immagine o un video cascasse nelle mani della individu* sbagliat*?

Non tutte le relazioni funzionano e non sempre si ha la fortuna di trovare la persona che non voglia distruggere psicologicamente l’altro tramite qualche azione vendicativa.

VENDETTA.


Etimologicamente vendicare significa liberare. Con la vendetta si vuole liberare qualcosa racchiuso dentro di sé magari un segreto intimo, condiviso e confidato. Dell’altro.

Una vendetta carica di VIOLENZA una vendetta pornografica.

Ed è propria la traduzione del termine Revenge Porn.

Di cosa stiamo parlando?

Si tratta di un reato relativo alla minaccia o alla pubblicazione di materiale come video e fotografie dal contenuto intimo e sessuale che ritraggono altre persone, che seppur consenzienti al momento della produzione di tale materiale, non hanno fornito in alcun modo il consenso alla pubblicazione sui social media.

Molto spesso vengono associati all’immagine o al video i dati personali della vittima, condividendo con tutto il web ulteriori dati sensibili.

E’ un reato diffuso non solo fra gli ex partner ma si riscontra anche tra amici o amiche e conoscenti che ottengono tramite il Revenge Porn la vendetta ideale. Quali sono le conseguenze?

L’impatto psicologico è distruttivo. Ciò che viene invasa e resa di dominio pubblico è l’intimità della vittima che si ritrova sommersa di giudizi di utenti estranei ignari di quale sia la reale situazione.

La persona vittima di Revenge Porn si ritrova quindi, non solo a gestire il forte stress emotivo dovuto alla pubblicazione contro la propria volontà di immagini private, ma anche le annesse molestie sessuali e stalking online da parte di persone che sono entrate in possesso di tali foto e video.

Il consiglio è di affidarsi ad un professionista psicologo che la supporti per marginare e fronteggiare gli effetti psicologici che tale violenza può produrre.

Come agire? Quali soluzioni adottare?

Innanzitutto ricordo che il Revenge Porn è riconosciuto come REATO A PARTIRE DAL 2019, PUNIBILE CON RECLUSIONE DA 1 ANNO A 6 ANNI E CON MULTE DA 5 MILA A 15 MILA EURO (ART. 612-TER CODICE PENALE).

Nel caso in cui vi accorgeste di essere vittime di furto delle vostre immagini/ video, vi consiglio di seguire questa pagina, vi verranno chiarite in che modalità intervenire. Ovviamente, non esiste un modo per controllare se qualcuno ha pubblicato in maniera illecita la vostra immagine, ma nel caso in cui ne veniste a conoscenza ecco come muovervi:

Ci chiediamo ancora come mai nel 2020, soprattutto noi donne, risultiamo fortemente limitate nel potere decidere di pubblicare una foto o un video senza avere la paura e il timore che questa azione possa avere una conseguenza sulla nostra persona, sui nostri ruoli e su quello che sentiamo di poter esprimere.

La libertà delle nostre scelte, passa anche dalla libertà del nostro corpo, di essere liber* di decider*. Fermiamoci a riflettere, la parola centrale a mio avviso, rimane educare, come dicevo poc'anzi.

Bisognerebbe puntare ad un’educazione alla sessualità, al rispetto dell’altro come persona e della sua privacy, ad un’educazione digitale.

Maggior consapevolezza e responsabilità sociale aiuterebbero ad arginare un’aggressività sempre più dilagante che non rispetta le scelte e i confini intimi dell’altr*.

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